Agrivoltaico, il Consorzio Pecorino toscano dop: “Sinergia possibile”

Agrivoltaico, il Consorzio Pecorino toscano dop: “Sinergia possibile”

Il Consorzio del Pecorino toscano dop apre le porte all’agrivoltaico: “Può rappresentare un’opportunità contro la crisi del settore della pastorizia e aiutare a rilanciarlo”. L’8 luglio a FestAmbiente (Rispescia), Angelo Gentili, responsabile agricoltura Legambiente, e Carlo Santarelli, presidente del Consorzio del Pecorino toscano dop, hanno annunciato l’ok a una sinergia tra allevatori e mondo delle energie rinnovabili.

Nei mesi scorsi c’è stato un confronto tra Legambiente e Consorzio del Pecorino toscano dop. “L’applicazione dell’agrivoltaico in un percorso che mette in sinergia da una parte l’attività agricola e l’attività di allevamento e dall’altra la produzione delle rinnovabili, può avere un impatto molto virtuoso e positivo. Soprattutto rispetto all’allevamento ovino”, ha spiegato Gentili.

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“Non dimentichiamoci che si tratta di un settore strategico per la nostra regione, e a livello nazionale. È un settore di grande eccellenza nella produzione di formaggio pecorino, che in questo momento sta affrontando difficoltà legate alla crisi della pastorizia, alla presenza di predatori, sia cani inselvatichiti che lupi, e a una serie di difficoltà congiunturali. Noi pensiamo che questa filiera debba essere fortemente conservata, supportata e valorizzata”.

Agrivoltaico Consorzio Pecorino toscano
Angelo Gentili, responsabile agricoltura Legambiente

Sinergia tra Consorzio del Pecorino toscano e agrivoltaico, quali benefici

“Ci può essere una sinergia positiva con impianti agrivoltaici? Noi pensiamo di sì – ha risposto il dirigente di Legambiente -. Pensiamo che realizzare impianti agrivoltaici in queste aree possa creare un connubio molto importante, perché si possono recintare le aree in cui sorge il parco agrivoltaico in modo da limitare i danni causati dai predatori. Inoltre, si possono suddividere le aree coltivate e quelle adibite al pascolo, con una divisione che permette il pascolamento. E, infine, dall’ombreggiamento dei pannelli si possono avere benefici per la coltivazione delle foraggere”.

Su questo ultimo punto sono stati eseguiti alcuni studi da università italiane e della toscana, spiega Gentili: “I primi dati ci dicono che uno dei connubi positivi che si creano dal punto di vista dell’agrivoltaico è proprio quello con la coltivazione delle foraggere. Sappiamo che i cambiamenti climatici creano una situazione di grande difficoltà, molto difficile da gestire: insolazione esagerata, caldo eccessivo ci creano grandi problemi. In questo caso ci può essere una mitigazione, con una minore evapotraspirazione”.

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Poi Gentili ha lanciato un appello: “Noi chiediamo ai decisori politici che non ci siano impianti finti, ma che ci sia vera agricoltura negli impianti. In questo caso la sinergia è fortemente positiva, perché può dare una mano a un settore in difficoltà, che noi pensiamo debba essere rilanciato e valorizzato”.

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Al momento ci sono diversi progetti di agrivoltaico presentati anche in Toscana e specialmente in Maremma. “L’obiettivo è scegliere i progetti migliori e fare in modo che nei progetti migliori ci sia la possibilità di realizzare non solo produzione energetica, non solo allevamento, ma allo stesso tempo ricerca e sperimentazione, coinvolgendo le facoltà di agraria delle università toscane, Pisa e Firenze, con cui già il consorzio collabora per una serie di progettualità”.

Ovini da latte, in Toscana attive 902 aziende e 100 milioni di euro di produzione. Ma settore in crisi

La parola è passata poi al presidente del Consorzio del Pecorino toscano dop, Claudio Santarelli, che ha esordito con alcuni dati: “Il Consorzio del Pecorino toscano dop è oggi uno dei consorzi più importanti della Regione Toscana. Il Pecorino toscano dop e la filiera ovina toscana rappresentano il 3,5% dell’agricoltura toscana, con numeri importanti: un valore di oltre 100 milioni di euro all’anno di produzione”.

Il presidente del Consorzio del Pecorino toscano dop, Claudio Santarelli

Nonostante questo, oggi il settore è in crisi: “Secondo uno studio dell’Ismea su incarico del Consorzio, oggi in Toscana sono rimaste 902 aziende registrate come aziende zootecniche ovine da latte, con una perdita importante del 7% rispetto agli anni precedenti. Nel 2023 abbiamo avuto circa 30 milioni di litri di latte ovino prodotti in Toscana, con una perdita rispetto al 2022 di quasi il 13%. È chiaro che questo preoccupa. Se andiamo avanti di questo passo, tra qualche anno si rischia che gli allevamenti in Toscana non ci siano più”.

C’è poi anche un problema generazionale. “Dallo stesso sondaggio emerge che la media di età degli allevatori che gestiscono gli allevamenti ovini da latte in Toscana è di circa 63-64 anni. Purtroppo, i giovani in questo settore sono pochi”. E qui pochi spesso lasciano, perché è un lavoro che comporta tanto sacrificio e poco reddito”.

Santarelli ha definito la situazione “molto preoccupante”: “Queste diminuzioni e contrazioni di produzione sono davvero importanti, tanto da mettere a rischio il futuro del Pecorino toscano dop”, ha ribadito.

Il ruolo della pastorizia nelle aree interne: “Oggi molti terreni completamente abbandonati”

Le conseguenze sarebbero molteplici. “La pastorizia è un settore con molte difficoltà rispetto ad altri, ma è quello che maggiormente sostiene l’entroterra. Se il settore zootecnico scompare, lì non rimane più niente, perché è l’ultima attività agricola che viene svolta. Già oggi vediamo molti terreni nell’entroterra completamente abbandonati, e questo non ce lo possiamo permettere”.

Da qui l’idea di una possibile sinergia con il mondo delle rinnovabili. “Oggi si parla tanto di innovazione, di impianti agrivoltaici. E allora abbiamo pensato: perché non cercare di coniugare il cambiamento energetico con un sostegno alla produttività? Io penso che, in modo particolare nelle zone interne del nostro territorio e nelle zone più disagiate, possa essere un modo per far rimanere anche i giovani in agricoltura“.

Secondo Santarelli, “va dato modo ai giovani di affrontare questa attività in modo più tecnologico, moderno e accattivante”.

Agrivoltaico e Consorzio Pecorino toscano dop: prospettive

“”L’agrivoltaico permette di ridurre significativamente i costi di produzione, principalmente grazie alla riduzione delle spese energetiche vista la presenza dei pannelli. Inoltre, garantisce una produzione sicura di foraggere. Gli studi fatti finora dal mondo accademico ci dicono che ci sono varietà che si adattano molto bene a questo tipo di impianti”.

“Tutto ciò potrebbe permettere di abbassare i costi, aumentare la produttività, incrementare la produzione di latte. E, infine, supportare il reddito dell’allevatore stesso”, ha concluso Santarelli.

Leonardo Marras, assessore Attività produttive della Regione Toscana

Agrivoltaico, boom di domande in provincia di Grosseto

Presente al dibattito anche l’assessore regionale alle Attività produttive Leonardo Marras. Lui ha spiegato che in assenza di una adeguata pianificazione ci sono varie richieste per la realizzazione di impianti agrivoltaici in Toscana. Soprattutto nella provincia di Grosseto. “Qui i terreni costano meno che altrove”.

Sul fatto che l’agrivoltaico possa rappresentare una opportunità per la pastorizia e in particolare per il Consorzio del Pecorino toscano dop, Marras non si è espresso. “Ma per la prima volta è un importane allevatore come Santarelli a sollevare il dibattito, questa mi sembra una novità che vada sottolineata”.

Simone Lupino