Fotovoltaico in Italia: forte crescita negli ultimi due anni. L’analisi Enea

Fotovoltaico in Italia: forte crescita negli ultimi due anni. L’analisi Enea

“Fotovoltaico in Italia, negli ultimi due anni c’è stata una forte accelerazione nel numero di impianti di tutti i tipi, dopo un periodo di stasi. I dati di pochi giorni fa ci dicono che nel breve giro di tre mesi, sono stati installati altri 2 gigawatt di capacità“. Sono i numeri illustrati da Nicola Colonna (Enea), al convegno del coordinamento Free “Quali aree per l’accelerazione del fotovoltaico a terra?”.

Fotovoltaico in Italia, agricoltura e paesaggio

Fotovoltaico a terra, un tema molto caldo nel dibattito pubblico. “Sicuramente ci sono sono arre disponibili. L’Italia ha importanti obiettivi da raggiungere in campo energetico, ma anche nel settore agricolo, bisogna capire come farli convivere insieme”. L’esperto Enea ha poi aggiunto un altro fattore da considerare: il paesaggio.

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Fotovoltaico in Italia

Superficie agricola e fotovoltaico in Italia

Due aspetti in particolare hanno catturato l’attenzione del pubblico. Il primo è che in Italia la superficie agricola utilizzata occupata da pannelli fotovoltaici è pari allo 0,13%, “un dato molto limitato”, ha detto Colonna. Il secondo riguarda il fenomeno dell’“elevata concentrazione di richieste in un’area geografica ristretta”. Colonna ha fatto due esempi: la provincia di Viterbo e quella di Grosseto, vicine e con similarità dal punto di vista agricolo (cerealicoltura, orticoltura e olivicoltura).

Distribuzione eterogenea degli impianti

A livello nazionale, la distribuzione degli impianti fotovoltaici è “molto eterogenea tra diverse regioni”. “Ci sono regioni che, con azioni anche a livello di legislazione, hanno teso a sfavorire gli impianti a terra, tanto che in alcuni casi il numero è estremamente limitato. Invece, in altre regioni gli impianti a terra rappresentano una quota importante, in particolare nelle regioni del Sud Italia”.

Fotovoltaico a terra e consumo di suolo

In base ai dati forniti dal Gse, spiega Colonna, “più o meno abbiamo un installato a terra di circa mezzo ettaro per megawatt, come situazione media italiana di tutti gli impianti”. Il fotovoltaico a terra si può considerare consumo di suolo? “Ispra nel suo rapporto annuale lo considera un consumo di suolo reversibile, a certe condizioni. Significa che, se fatto in un determinato modo, possiamo immaginare che a fine vita utile dell’impianto questo possa tornare ad avere un uso agricolo”. Il fenomeno del consumo di suolo in Italia continua a crescere, ma “riguarda strade e centri commerciali”.

Richieste di installazione per il fotovoltaico in Italia

Citando dati della piattaforma Econnextion di Terna, Colonna ha spiegato che c’è “un numero veramente importante di richieste: oltre 3600 pratiche attive per 144 gigawatt di potenza, con alcune polarizzazioni sul territorio molto chiare”. Colonna ha aggiunto che molte di queste non andranno mai avanti, ma si fermeranno prima.

Fotovoltaico a terra e zone ad alta concentrazione

L’elevata concentrazione di richieste nel Lazio ha raggiunto il picco nel 2021 (oltre 90 pratiche in Via o verifica di Via). A marzo 2024 risultavano 227 pratiche attive, per un totale di oltre 8 gigawatt di potenza, concentrati soprattutto nella provincia di Viterbo (oltre 6 gigawatt). Colonna ha spiegato questa forte pressione sulla Tuscia con più fattori: “la presenza di terreni seminativi, la bassa collina, una Pvl molto bassa, quindi un forte interesse a ottenere una redditività diversa. Non da meno è l’aspetto della radiazione solare e la disponibilità di rete, siamo nella zona in cui ci sono le reti a cui poi andarsi a connettere”.

Agrivoltaico e innovazione

Parlando di agrivoltaico, Colonna ha spiegato che questa categoria presenta già due o tre diverse modalità. “Abbiamo un agrivoltaico anche verticale, a cui alcuni Paesi come la Germania stanno dedicando molta attenzione e che ha un uso del suolo completamente diverso dalle altre due modalità. Nei prossimi mesi l’agrivoltaico avrà uno sviluppo importante con il Pnrr: ognuna di queste soluzioni ha un diverso livello di infrastrutturazione che riduce in parte il suolo coltivabile”.

Aree disponibili: il flottante sui laghetti interni

Tra le aree disponibili per lo sviluppo del fotovoltaico, Colonna ha fatto un quadro che include terreni con specifiche problematiche, fuori dalla produzione agricola, parte dei fabbricati rurali funzionali alle attività agricole (agrisolare). C’è poi il flottante: “Abbiamo su tutte le aree interne migliaia di laghetti abbandonati, e ci sarebbe la possibilità di usare parte di questi per produrre energia elettrica funzionale ai pompaggi idrici”. E poi l’agrivoltaico e le Sanu (superfici agricole non utilizzate).

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Reversibilità dei progetti fotovoltaici

Ultimo ma non meno importante, Colonna si è soffermato sulla reversibilità reale dei progetti. “Oggi molti progettisti hanno dimostrato che la si può raggiungere; i più innovatori hanno fatto anche progetti con parti come le sottostazioni e altre infrastrutture che sono in gran parte rimovibili, realizzando sistemi con container e rendendo così gli impianti completamente reversibili”.