La Regione Toscana boccia una nuova centrale geotermica in provincia di Pisa

La Regione Toscana boccia una nuova centrale geotermica in provincia di Pisa

Energia dal sottosuolo. la Regione Toscana ha bocciato la realizzazione di una nuova centrale geotermica nel comune di Pomarance in provincia di Pisa. Il progetto, denominato “Mazzolla”, prevedeva un impianto con tecnologia Orc (Organic rankine cycle) di potenza netta pari a 10 MW.

La decisione è stata presa dalla giunta del governatore Eugenio Giani lo scorso 4 aprile e fa seguito alla determinazione negativa di conclusione della conferenza dei servizi del 12 febbraio 2024. La decisione è motivata con “la mancata dimostrazione del possesso di adeguate capacità tecnico economiche da parte del proponente”.

L’impianto prevedeva una centrale Orc, 4 pozzi di produzione e 3 di reiniezione

Si parlava della “realizzazione di una centrale geotermica con tecnologia Orc di potenza netta pari a 10 MW, rendimento elettrico lordo del 17% e produzione energetica annua prevista di 80.000 MWh”.

Oltre alla centrale Orc a ciclo binario il progetto prevedeva la costruzione di 4 pozzi di produzione (profondità tra 3.500 e 4.000 metri); 3 pozzi di reiniezione (profondità tra 3.500 e 4.000 metri); tubazioni di trasporto del fluido geotermico tra la centrale e le postazioni sopra indicate; opere di connessione alla rete elettrica con un elettrodotto interrato di circa 5,1 km, fino alla sottostazione elettrica ubicata in località Lanciaia nel Comune di Pomarance.

Il progetto ricadeva territorialmente nel Comune di Pomarance ed interessava a livello di impatti anche il Comune di Volterra; erano stati inoltre coinvolti nel procedimento per l’eventuale impatto paesaggistico anche i Comuni di Montecatini Val di Cecina, Castelnuovo di Val di Cecinae Casole d’Elsa (Siena).

L’istanza per l’avvio del procedimento del Provvedimento autorizzatorio unico regionale era stata presentata il 20 giugno 2022. Nella seconda riunione della conferenza dei servizi erano “emersi, oltre ad ulteriori aspetti ambientali ancora da chiarire/approfondire, motivi ostativi al rilascio del Paur in considerazione della mancata dimostrazione da parte del proponente delle capacità economiche ai fini della realizzazione del progetto”. Di conseguenza, alla società proponente venne inviata la comunicazione di preavviso di diniego.

La proponente, a sua volta, rispose con alcune osservazioni e altri chiarimenti volontari in merito ad altri pareri che erano stati espressi su altri aspetti del progetto. Nonostante ciò, il Settore regionale Pianificazione e Gestione geotermica ha ritenuto che il motivo ostativo al rilascio della concessione di coltivazione per risorse geotermiche non fosse stato superato. E così la Cds ha deciso di chiudere la procedura di valutazione ambientale.
Contro il provvedimento delle regione – spiega la delibera – è ammesso ricorso all’autorità giudiziaria competente nei termini di legge.