Rinnovabili dove, da Agea un prototipo per individuare le aree idonee

Rinnovabili dove, da Agea un prototipo per individuare le aree idonee

Rinnovabili dove, Agea presenta un prototipo nazionale per l’individuazione di aree marginali idonee a ospitare impianti fotovoltaici e agrivoltaici.

L’Agenzia per le erogazioni in agricoltura ha lanciato un prototipo per l’individuazione di aree agricole marginali e abbandonate, potenzialmente adatte ad accogliere impianti fotovoltaici o agrivoltaici.

Il direttore dell’Area di Coordinamento di Agea, Salvatore Carfi, ha illustrato il progetto durante un seminario organizzato dal coordinamento Free (fonti rinnovabili ed efficienza Energetica). All’incontro hanno partecipato sia le associazioni del mondo agricolo che i rappresentanti del settore delle energie rinnovabili. Carfi ha spiegato che l’iniziativa intende contribuire al dibattito sull’individuazione delle aree marginali idonee alla realizzazione di impianti Fer (fonti energie rinnovabili). Ciò anche in risposta a specifiche missioni previste dal Pnrr (Missione 2c2 £Transizione energetica e mobilitò sostenibile”).

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Agea, un prototipo per individuare le aree marginali adatte alle rinnovabili: “un metodo oggettivo”

“È necessario prendere decisioni in modo oggettivo. Su questa oggettività, Agea ha gli strumenti per dire la sua”, ha affermato Carfi. Il prototipo Agea è uno strumento che può rivelarsi molto utile ora, alla luce del decreto che assegna alle regioni il compito di individuare le aree idonee. “Abbiamo vari obiettivi da raggiungere, e dobbiamo arrivare a questi appuntamenti in maniera armonizzata e uniforme“. Allo stesso tempo, il prototipo risponde “alle esigenze espresse del ministro Lollobrigida, di andare a investire le aree meno produttive” dal punto di vista agricolo.

Agea funge da organismo pagatore dello Stato italiano per l’erogazione di aiuti, contributi e premi comunitari. L’Agenzia svolge anche il ruolo di interlocutore unico dello Stato italiano nei confronti della Commissione europea per tutte le questioni relative al Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) e al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr). Inoltre, poiché tutte le richieste di aiuto vengono presentate su base geospaziale, Agea ha la responsabilità di mappare annualmente il territorio.

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Agea, un prototipo per individuare le aree marginali adatte alle rinnovabili: i parametri

Il prototipo per la mappatura delle aree idonee alle rinnovabili è stato sviluppato con un obiettivo chiaro. Ed è quello di “stabilire una metodologia comune tra tutti gli stakeholder coinvolti, comprese le parti agricole, le organizzazioni professionali e l’industria del fotovoltaico”.

Agea ha innanzitutto stilato un elenco di parametri da utilizzare per mappare oggettivamente le tipologie di aree potenzialmente adatte all’installazione di impianti fotovoltaici. Questi parametri includono:

  • irradiazione solare
  • esposizione
  • pendenza
  • altitudine
  • destinazione d’uso del suolo (è importante stabilire se l’area è marginale o produttiva)
  • irregolarità del terreno (più facile in pianura, più complesso con pendenze significative)
  • presenza di vincoli paesaggistici o architettonici,
  • vicinanza a zone di distribuzione dell’energia,
  • Vicinanza a zone di consumo (centri abitati o aree industriali)
  • Vicinanza alle reti stradali.

“Il metodo prevede la creazione di una matrice che restituisca per ogni porzione di terreno un indice di idoneità alla realizzazione di un impianto fotovoltaico”.

Agea, un prototipo per individuare le aree marginali adatte alle rinnovabili: i criteri di esclusione

Il primo step consiste nell’individuazione delle zone di esclusione. Ovvero, quelle aree in cui è impossibile realizzare impianti a causa di leggi che ne impediscono la costruzione o per caratteristiche che ne compromettono le prestazioni. Tra i parametri di esclusione figurano la presenza di vincoli paesaggistici o architettonici e le zone con pendenza superiore al 15%.

“La pendenza è un fattore chiave: i pannelli, per essere efficienti, necessitano di un’adeguata inclinazione. Da analisi bibliografiche, risulta idoneo un range di pendenza inferiore al 15%. Con pendenze maggiori, il rischio di ombreggiamento reciproco dei pannelli durante la giornata, insieme all’aumento dei costi di realizzazione e gestione dell’impianto, rende l’area inidonea”, ha aggiunto Carfi. Le zone di esclusione comprendono inoltre aree boschive, aree edificate, zone ad elevato rischio idrogeologico e aree colpite da incendi in tempi recenti.

Maggiore e minore idoneità

Una volta escluse le zone dove risulta impossibile realizzare impianti, si procede con il secondo step: la definizione dei parametri di valutazione, che serviranno a costituire la matrice di idoneità nella fase successiva. “I parametri di valutazione sono quei criteri che permettono di stabilire la maggiore o minore idoneità di una zona. Ogni parametro è suddiviso in range di idoneità che vanno dall’eccellente all’inidoneo”.

Tra i parametri topografici del terreno, si considerano la solarizzazione, che indica la radiazione annuale su una determinata porzione di terreno, la pendenza e l’esposizione. Esistono poi i parametri di posizione: la vicinanza a zone di consumo, a cabine primarie o secondarie, alla rete stradale e ad altri impianti fotovoltaici o eolici.

“Questi parametri influenzano i costi di realizzazione e gestione degli impianti. La vicinanza alle zone di consumo è un criterio preferenziale in quanto riduce la dispersione dell’energia elettrica sotto forma di calore, proporzionale alla lunghezza del cavo elettrico. La lontananza dalle strade e dalle cabine primarie e secondarie aumenta i costi, rendendo necessaria la creazione di strutture ad hoc. La vicinanza ad altri impianti fotovoltaici o eolici può rappresentare un vantaggio, poiché si presume che siano già collegati alla rete elettrica.”

Sì sui terreni incolti da molti mesi

Per quanto riguarda l’uso del suolo, Agea ha classificato le aree extraurbane secondo un livello gerarchico che indica la predisposizione alla realizzazione degli impianti. Si va dal più al meno idoneo: incolti e aree non coltivate, pascoli, seminativi. Inoltre, Agea ha definito il concetto di terreno incolto come un “terreno non coltivato da più di 16 mesi”. Costituisce un criterio di preferenza per la realizzazione, con l’obiettivo di recuperare e valorizzare le aree abbandonate. Un parametro che può essere modificato.

“Una volta stabiliti i parametri di valutazione dell’idoneità con i relativi range, si procede alla creazione della matrice, interpolando i dati raccolti: aree idonee, esposizione, altitudine, solarizzazione, pendenza. Il risultato finale è una matrice in cui ogni casella sintetizza i valori dei parametri di idoneità selezionati”. In un’ottica di trasparenza, inoltre, al clic su ogni casella la mappa restituisce una schermata con i valori dei vari parametri.

Salvatore Carfi ha spiegato che il prototipo è già pronto. “Manca solo un parametro che deve essere fornito dal Gse per calcolare quanta energia si potrebbe produrre in ogni cella”. Agea ha integrato anche il layer digitale del catasto, permettendo di conoscere esattamente il proprietario, l’affittuario e chi conduce ciascuna area mappata. “Questo favorirà il contatto tra domanda e offerta”.